Anatomia del lino
II lino viene coltivato sia per la produzione di semi che per la fibra.
II suo nome botanico, Linum usitatissimum,va ad indicare la qualità di lino maggiormente utilizzata.
La varietà di lungo tiglio, poco ramificata e con piccoli fiori di un colore che può variare dall'azzurro al bianco, raggiunge un'altezza di 80-120 cm. ed è coltivata per produrre la fibra.
Le varietà di altezza inferiore sono coltivate per i semi, dai quali si estrae l'olio di lino.
Per capire come dai fusti si ricavino le fibre e queste poi vengano trasformate in filati e tessuti di lino, è bene sapere qualcosa sulla loro costituzione.
Se si guarda al microscopio una sezione trasversale dello stelo, si nota in primo luogo lo strato esterno di protezione, o epidermide.
Sotto si vede la corteccia, che ospita i sistemi di respirazione e traspirazione della pianta.
E' proprio nella corteccia che troviamo i fasci di fibre di lino, i quali si presentano come un insieme rigido di cellule liberiane disposte ad anello.
II numero di fasci di fibre presenti nella corteccia varia da 20 a 50 per fusto.
La corteccia ospita anche il cambio, o strato di crescita, che a sua volta racchiude lo xilema ed il midollo.
Con la maturazione dello stelo, si forma un lumen cavo.
Per ricavare dal fusto le fibre tessili tutti questi strati esterni ed interni dovranno essere rimossi.